Niente paura! Sono cose che succedono in ogni campo creativo e non sono rari i casi in cui film, canzoni, romanzi, dipinti portano lo stesso nome. I titoli, infatti, non sono protetti da un copyright che ne vieta l’utilizzo e questo perché, spesso, il titolo è indicativo dell’argomento di cui il libro tratta. Dunque, non è impensabile che un libro su un dato argomento porti anche uno specifico titolo, magari dato da una parola comune, identico ad altri libri che trattano lo stesso tema.
Ad esempio: se scriviamo la storia di un uomo che ha partecipato alla resistenza italiana contro il nazifascismo, “Il partigiano” potrebbe essere un titolo lecito e più che adeguato ma, proprio per questo, ci sono buone probabilità che sia già stato utilizzato. Nonostante ciò, nulla ci vieta di adoperarlo: perché intitolarlo diversamente se è di questo che il libro parla?
Molto diverso, invece, sarebbe intitolare il nostro libro “Il partigiano Johnny”, in quanto il nome Johnny fa parte di un’associazione creativa voluta, cercata, ideata dall’autore Beppe Fenoglio. In questo caso, la pretesa che si tratti di un caso è piuttosto forzata. Un titolo come “Divina Commedia”, sebbene non sia registrato, non può che rimandare all’opera di Dante Alighieri. Il riferimento è ovvio, diretto e preciso e usare questo titolo non può che risultare una scelta sconveniente e poco oculata.
Spesso, quando si ode una melodia già sentita, si usa dire che le note sono sette e che è normale incorrere in uno stesso passaggio musicale. Similarmente, avere la stessa idea e di conseguenza usare una stessa parola come titolo è più che plausibile.
Sicuramente, più un titolo è elaborato, magari composto da una frase o da un nome proprio o inventato, meno probabilità ci sarà che sia già stato utilizzato o che verrà utilizzato in futuro.
Sfido a trovare due libri intitolati “Uno, nessuno e centomila” perché, certamente, questo titolo è indicativo dell’opera di Luigi Pirandello e di nessun’altra. Quindi, per evitare accuse di plagio o se, semplicemente, non vogliamo che la nostra opera porti il nome di un’altra, basta usare qualche piccolo accorgimento. Per esempio, fare delle ricerche sul web, dove ormai è possibile trovare qualsiasi cosa, è senza dubbio il sistema più utile e veloce, soprattutto adoperando canali “mirati” come Google Books, Amazon Libri, o altri siti che operano come archivi letterari.
Quindi, pubblicare un libro con un titolo già esistente si può? La riposta è sì, anche se rimane preferibile optare per l’originalità scegliendo un titolo mai utilizzato prima.