Sara Villa al festival letterario Inchiostro

Durante la mia carriera di scrittrice ho partecipato a diversi incontri di lettura in cui ho potuto presentare pubblicamente i miei libri. La mia opinione a riguardo è che gli eventi di persona continuano ad essere, nonostante l’avanzata frenetica del digitale in ogni settore della vita umana, uno dei modi più efficaci con cui gli autori possono raggiungere i loro lettori. È sorprendente scoprire, da scrittrice, quante persone desiderino conoscermi dopo aver letto i miei romanzi. Se da una parte l’interesse mostrato dal pubblico nei confronti dei miei lavori mi riempie di felicità, da un’altra crea in me imbarazzo e voglia di far sempre meglio, e non solo dal punto di vista prettamente letterario.

Qualsiasi scrittore che decida di introdurre nella sua strategia di marketing le presentazioni pubbliche dei propri libri, deve tenere a mente un concetto fondamentale: non è facile; non è facile parlare con chiunque di quel che abbiamo scritto nella solitudine dei nostri studioli; non è facile condividere la nostra vita di fronte a decine, a volte centinaia, di volti sconosciuti; non è facile rispondere a domande tecniche imprevedibili ed impreviste quando si ha un microfono in mano e una platea che ci scruta ossessivamente e – ebbene sì – ci giudica per quel che vede. Che ci piaccia o meno, è proprio in queste occasioni pubbliche dove niente è facile, che si decide gran parte del futuro dei nostri libri.

Conosco moltissimi scrittori alle prime armi che si lanciano a capofitto, e senza paracadute, in qualsiasi festival, conferenza o fiera di cui gli capita di scoprire l’esistenza. Sono convinti che presentare pubblicamente il loro libro sia, già di per sé, sufficiente per incrementarne le vendite. In realtà, le cose non sono così semplici, e l’opportunità di presentare pubblicamente i nostri libri può rivelarsi un’arma a doppio taglio. È necessario, infatti, tenere sott’occhio una serie di dettagli che possono davvero fare la differenza. La durata, il luogo e l'affluenza prevista, per esempio, possono influenzare notevolmente il piano di un evento, così come l'età e gli interessi dei partecipanti. Qualsiasi sia il teatro della nostra presentazione, è comunque fondamentale entrare fin da subito in contatto con il pubblico, cercando di mantenere viva la discussione anche quando non sembra ci sia ancora molto altro da dire. In tal senso, uno dei consigli che mi sento di dare ai miei colleghi che si accingono a presentare per la prima volta i loro libri davanti ad una platea di ascoltatori, è quello di prestare massima attenzione ai tempi e ai ritmi dei loro discorsi. Ciò vale anche quando, e capita spessissimo, gli organizzatori di un evento ci spingono a leggere estratti delle nostre opere: è importante, in queste occasioni, scegliere attentamente i passaggi da esporre al pubblico, tralasciando volutamente quelli che risultano ben scritti ma poco ben movimentati. Ho imparato sulla mia pelle che i lettori, di solito, apprezzano l’azione e molto poco i retroscena, ed è per questo che scelgo accuratamente per loro le parti dei miei libri in cui emergono conflitti, turbolenze, scontri in genere e, in altri termini, movimento e suspense.

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