La mia scrittura creativa

Spesso mi chiedono che rapporto ho con la scrittura creativa. La mia risposta è sempre la stessa: se non fosse per la scrittura creativa non riuscirei a scrivere nemmeno una pagina dei miei romanzi! Di solito mi concentro su un argomento qualsiasi, inerente o meno a quello che ho scritto ieri o che scriverò domani e poi, semplicemente, lascio che la penna vaghi sul foglio come meglio crede. Un esempio? Eccolo qua:

“Il crepuscolo si stendeva come una tela d'oro sullo skyline della città, mentre le strade si riempivano di ombre sfuggenti e luci al neon danzanti. In quel momento mi ritrovavo seduta alla mia antica scrivania di mogano, la penna tra le dita e un foglio di carta bianca che attendeva ansiosamente di essere segnato dalle mie parole. Era il mio rituale serale, il momento in cui il mondo esterno svaniva, e il mio universo privato prendeva vita.

Le mie dita danzavano sulla tastiera, una sinfonia silenziosa di creatività. Era come se ogni tocco fosse una nota musicale, un frammento di me stessa che prendeva forma attraverso le parole. La mia mente era un labirinto di pensieri e emozioni, e la scrittura era la mia bussola per navigare tra le sue profondità.

La storia che stavo creando era un mistero intricato, un puzzle di indizi e sospetti. I personaggi che avevo plasmato avevano vite complesse e segreti ben custoditi, e io ero l'architetto del loro destino. Ogni parola era una scelta ponderata, un mattoncino nell'edificio narrativo che stavo costruendo con cura.

Mentre scrivevo, potevo sentire la presenza dei miei personaggi intorno a me, come se fossero veri e vivessero le loro storie accanto a me. La tensione saliva a ogni pagina, il mistero si infittiva, e le vite dei protagonisti si intrecciavano in un intricato gioco di destini intrecciati.

Le ore passavano senza che me ne accorgessi, e quando finalmente alzai gli occhi dal mio lavoro, la notte era caduta completamente sulla città. Era un'altra notte di creazione, un'altra pagina scritta nella mia lunga storia da scrittrice. E mentre riposavo la penna, sapevo che il mio compito era quello di portare avanti questo viaggio, di dare vita a mondi e personaggi, e di continuare a dipingere con le parole sulla tela della mia immaginazione”.

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